Vi era anche l’Associazione Caregiver Familiari CARER, al Tavolo d’ascolto convocato a Palazzo Chigi sulla Legge Delega del Governo in materia di politiche a favore di persone anziane. L’Associazione ritiene che tale norma rappresenti un importante risultato, la cui attuazione richiede un rilevante lavoro interistituzionale e un’adeguata dotazione di risorse. CARER ha poi richiamato l’attenzione sul ruolo fondamentale dei caregiver familiari – ruolo non esplicitato nella Legge – invitando a tenere conto delle esigenze di una platea diversificata, e segnalando come in alcuni casi il vincolo della convivenza renda difficile la conciliazione del lavoro di cura con compiti genitoriali o affettivi verso altri componenti familiari con specifici spazi di vita.
Fra le organizzazioni che hanno partecipato all’audizione CARER ETS, rappresentata dai suoi vertici – Lalla Golfarelli e Loredana Ligabue –, ha messo in evidenza come l’approvazione della Legge Delega al Governo in materia di politiche a favore delle persone anziane (Legge 33/2023) sia stata un importante risultato, ma la cui attuazione richiede un rilevante lavoro interistituzionale e un’adeguata dotazione di risorse.
Al tempo stesso l’Associazione ha sottolineato come la Legge, pur raccogliendo molti dei contributi elaborati dal “Patto per il nuovo welfare”, (con il fattivo contributo dell’Associazione stessa), sia stata privata di riferimenti espliciti al ruolo di cura dei caregiver familiari nell’ambito del percorso assistenziale che accompagna la perdita di autonomie.
A parere di CARER, porsi nell’ottica di predisposizione dei decreti delegati comporta il riconoscimento di un’esplicita funzione nell’ambito del peculiare processo di sostegno e cura della persona anziana. Ciò significa in primo luogo che la definizione stessa di caregiver dovrà tener conto dell’articolata e diversificata platea di chi, con il consenso della persona assistita, se ne prende cura sostenendone le esigenze di continuità e integrazione assistenziale.
Un percorso, spesso di lunga durata temporale, che segna un cambiamento sostanziale nella vita del caregiver che, mentre nel caso di assistenza genitoriale o del coniuge si esercita in convivenza, nell’assistenza da parte ad es. di una figlia /figlio od altra relazione parentale o di persona amica, deve conciliarsi con compiti genitoriali o affettivi verso altri componenti familiari con specifici spazi di vita.
Per questo, sottolinea l’Associazione, limitare il riconoscimento del ruolo di caregiver esclusivamente alle persone conviventi con l’assistito, escluderebbe ingiustamente un’ampia quota di chi cura cercando di mantenere un bilanciamento fra cura e propria vita familiare.
Sostegno psicologico, informazione, funzione attiva e riconosciuta nel piano assistenziale che preveda formazione/addestramento, integrazione con i servizi professionali, sollievo e sostituzioni di emergenza, riconoscimento di coperture pensionistiche e delle competenze acquisite per un rientro e una riqualificazione nel mercato del lavoro al termine del percorso di cura, sono aspetti strategici per consentire al caregiver di svolgere un ruolo chiave verso la persona cara che necessita di assistenza.
Un ruolo che va sostenuto anche con politiche mirate di conciliazione rispetto al lavoro e, per i giovani che condividono attività di cura dei propri cari, con i percorsi scolastici o di ingresso nel mercato del lavoro.
I rappresentanti del Governo hanno ascoltato con attenzione gli argomenti posti da CARER. Argomenti che hanno raccolto riconoscimento anche da diverse della Associazioni partecipanti al tavolo d’ascolto e la richiesta di approfondimenti mirati.
CARER ha consegnato al Governo una articolata memoria esplicitante le proprie posizioni rispetto alla Legge Delega e alla ripresa del confronto in merito ad una specifica legislazione (da tempo ferma in Senato) inerente i Caregiver familiari.
Per informazioni: info@associazionecarer.it